Progetto La violenza di genere che non degenera
L’integrazione psicocorporea nel trattamento degli autori di violenza
A. si presenta in seduta affannato, la sua respirazione è molto accelerata, non si siede nonostante l’invito ad accomodarsi; cammina per la stanza e dopo alcuni minuti decide di sedersi. È sudato in volto, si asciuga il sudore con le mani tremolanti che denotano un evidente stato di agitazione. Nonostante i chiari segnali corporei A. mostra delle difficoltà nel collegare lo stato emotivo sottostante e a cogliere il nesso causa-effetto di tale attivazione corporea: “Non so cosa mi succede, ma spesso mi capita di svegliarmi così!”
È difficile per molte persone narrare la propria esperienza interna, in particolare laddove è avvenuto un evento doloroso o ripetuti accadimenti negativi. Nel corpo viene avvertito sia il dolore fisico sia quello emozionale, legato al sentirsi feriti da persone significative o da eventi traumatici. A volte quando tale dolore è molto intenso, è possibile che avvenga una disconnessione, che isola dalla coscienza sia la parte cognitiva legata a una particolare esperienza, che la relativa parte affettiva ed emozionale. Tuttavia tale attivazione non cesserà di esistere, ma continuerà a riemergere laddove si presenteranno situazioni simili, che scateneranno reazioni verso le quali la persona può sentirsi sopraffatta e/o che non sarà in grado di gestire, proprio perché originariamente non elaborate, manifestandosi attraverso stati di attivazione più o meno intensi sia a livello emotivo che a livello corporeo.
L’integrazione delle varie tecniche di cui si avvale il Protocollo Scientifico Integrato A.I.P.C. riconosce pari importanza agli aspetti cognitivi, emotivi e corporei che caratterizzano l’individuo; in particolare, nell’approccio psicocorporeo l’attenzione è rivolta agli aspetti fisiologici e di attivazione corporea che molto spesso non vengono percepiti o al contrario non contenuti. L’intervento è incentrato essenzialmente a rendere consapevoli le sensazioni attivate da un particolare stimolo, il livello di attivazione corporea generato e gli aspetti emotivi correlati a quel particolare stimolo attraverso un lavoro orientato principalmente sul corpo.
L’approccio psicocorporeo non è definito solo dal fatto che si interviene direttamente sul corpo della persona, bensì da una differente teoria del funzionamento mente-corpo: non più di tipo piramidale con una mente che controlla tutto dall’alto ma di tipo circolare in cui tutti i vari livelli psichici e corporei contribuiscono in modo paritario alla complessa organizzazione dell’individuo.
Dott.ssa Pamela Cirilli, psicologa, psicoterapeuta, collabora con l’ A.I.P.C.
Chiunque stesse vivendo o avesse vissuto una o più relazioni disfunzionali e/o violente e volesse consapevolizzare di essere (o non) portatore di traumi/ferite relazionali non elaborate probabilmente trasmesse da una o più generazioni precedenti e volesse interrompere tale trasmissione transgenerazionale auspicando per se e per le prossime generazioni di vivere relazioni “libere” può contattare telefonicamente il numero 0644246573 dal lunedì al venerdì ore 09:00/19:00, il numero 3924401930 festivi e fine settimana ore 12:00/16:00 oppure inviare una mail a info@offender.eu – o clicca sul link training relazioni disfunzionali.
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Al momento è in atto il progetto “La violenza di genere che non degenera” vincitore del bando finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari Opportunità. I finanziamenti permettono di offrire il protocollo A.I.P.C.© a tutte le persone colpite dalla violenza, in particolare i presunti autori di violenza e stalking.