Psicologia e Cinema: Un giorno di ordinaria follia (ultima parte)

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Psicologia e Cinema: Un giorno di ordinaria follia (ultima parte)

L’altra figura femminile, la madre di Bill, è una donna che è all’oscuro del suo licenziamento, ma non della sua violenza, questo emerge quando alla polizia ammette che “ Bill, a volte, se ne sta immobile senza dire una parola, quando mangia si ingozza, mi guarda come se volesse uccidermi, lo vedo dai suoi occhi”. Nonostante questo, la donna incolpa l’ex moglie Elisabeth del cambiamento di Bill e di quanto accaduto.

“Sono io il cattivo?” si chiede amaramente Bill, in una delle scene più importanti del film. Bill non è un uomo cattivo, o meglio non lo è nel significato comune del termine , è un uomo indelebilmente segnato dal dolore, dalla perdita degli affetti e da una società che lo respinge e non gli permette di essere nemmeno “economicamente affidabile” per la sua bambina.

Nella scena finale, Bill si dirige verso un pontile, nel tentativo di riconciliarsi con l’ex moglie, cercando di avere un confronto con lei e con la figlia. Rivuole a tutti i costi che “tutto ritorni come prima”, rivuole la vita che aveva con la sua famiglia, ma Elisabeth lo ammonisce dicendogli di farsi curare. Sopravviene il Sergente, simbolo di valori reali e di una stabilità che Bill non ha mai avuto.

I due uomini si incontrano per la prima volta, il Sergente cerca di riportare Bill alla ragione, è la resa dei conti tra lo “Sceriffo e il cattivo”, ma non deve esservi a tutti i costi un finale obbligato.  Per il Sergente, il paradiso è avere dei bambini, la sua bambina è morta all’età di nove anni, da allora il senso di colpa e l’affetto che prova verso la moglie, lo portano ad acconsentire ad ogni sua richiesta, ha persino rinunciato all’amore per il suo lavoro, ha alienato completamente sé stesso per sopperire al dolore indelebile per la perdita della figlia. Ma Bill, secondo il Sergente, può ancora scegliere, sua figlia è ancora viva e lui può ricominciare, ma per fare ciò non può giustificare la sua “violenza” con il fatto che si senta ingannato da tutti.

Ma Bill sceglie per sé e per la sua famiglia un finale diverso, fa credere al Sergente di essere ancora armato, quando in realtà in tasca aveva solo la pistola ad acqua della figlia. Così facendo viene freddato dal Sergente, tale finale permetterà un giorno alla figlia Adele di riscuotere il premio dell’assicurazione sulla vita del padre, ciò le consentirà di avere una vita agiata e una stabilità economica, quella che lui non è stato in grado di darle durante tutta la sua di vita. Sceglie questo come capro espiatorio dei suoi errori, un gesto così estremo che le assicurerà un futuro florido, ma di certo non così radioso per l’assenza di una figura paterna e di un calore che nessun denaro potrà mai ridarle.

Il confronto finale è l’epilogo di una storia dai contorni tragici, dai toni sopra le righe, che si alimenta di una violenza che si esprime in tutte le sue forme, capace di ricordarci che dentro ognuno di noi alberga una bestia feroce e incontrollabile, che si nutre dei dolori, delle ingiustizie, degli inganni, delle perdite che viviamo, pronta a sopraffarci in ogni momento e a  incombere violentemente su di noi, soprattutto nella più imprevedibile delle circostanze.

L’Associazione Italiana di Psicologia e Ciminologia ti invita a parteciapre ad uno studio on – line –  Esperti in violenza: competenze o genere? Lo studio è rivolto all’intera popolazione adulta. Quindi se fosse possibile ti chiediamo di aiutarci a diffondere il questionario tra amici, familiari e conoscenti. Puoi compilare il questionario cliccando sul link https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdJBXkC4_hQPLNP1rGjf9xcPElEKOt0tu2QjNsC6AxYXAHxfA/viewform?usp=sf_link

Questo articolo rientra nelle attività del progetto “La violenza di genere che non degenera”, vincitore del bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità (2017), per il finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto della violenza verso le donne anche in attuazione della convenzione di Istanbul – Linea C) Programmi di trattamento degli uomini maltrattanti.

Coronavirus, l’associazione che cura gli uomini violenti: «Rischiamo di non riaprire» https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_29/coronavirus-l-associazione-che-cura-uomini-violenti-rischiamo-non-riaprire-41b4bd90-8928-11ea-8073-abbb9eae2ee6.shtml?&appunica=true&fbclid=IwAR0xRfQ8wVh4GAKuBMUSYJ8ayVF6fE8gDCM69XcoGhfTEN10rooeLzAXkNQ

Centro Italiano trattamento delle relazioni violente https://www.offender.eu/news/Centro-Presunti-Autori-Centro-Italiano-trattamento-delle-relazioni-violente-.html

Centro Presunti autori di violenza e stalking https://www.offender.eu/news/Centro-Presunti-Autori-Offender:-Centro-Presunti-autori-di-violenza-e-stalking.html

Psicologia e Cinema: Un giorno di ordinaria follia (prima parte) https://www.offender.eu/articoli/Delitti-Familiari-Psicologia-e-Cinema:-Un-giorno-di-ordinaria-follia-(prima-parte).html

Il talento di Mr. Ripley: la disintegrazione del falso sé (prima parte) https://www.offender.eu/articoli/Delitti-Familiari-Psicologia-e-cinema:-Il-talento-di-Mr.-Ripley:-la-disintegrazione-del-falso-s%C3%A9-(prima-parte).html

Psicologia a Cinema: Il lato positivo (prima parte) https://www.offender.eu/articoli/Delitti-Familiari-Psicologia-e-cinema:-Il-lato-positivo-(prima-parte).html

Una mentalità abusante: La lettura Bancfroftiana (prima parte) https://www.offender.eu/news/campagna-noirestiamoattivionline-Una-mentalit%C3%A0-abusante:-La-lettura-Bancfroftiana-(prima-parte)..html

Brava persona, bravo ragazzo e violento omicida(prima parte)https://www.offender.eu/articoli/Centro-Presunti-Autori-Brava-persona,-bravo-ragazzo-e-violento-omicida.-prima-parte.html

Brava persona, bravo ragazzo e violento omicida. La matrice della manipolazione https://www.offender.eu/articoli/Centro-Presunti-Autori-Brava-persona,-bravo-ragazzo-e-violento-omicida.-La-matrice-della-manipolazione.html

Rifiuto tossico. Stalker e trattamento: prigione o terapia – prima parte https://www.offender.eu/articoli/Centro-Presunti-Autori-Rifiuto-tossico.-Stalker-e-trattamento:-prigione-o-terapia—prima-parte.html

Sintesi Workshop: “La centralità del trattamento delle persone violente per una efficace prevenzione” (ultima parte) https://www.offender.eu/news/-Sintesi-Workshop.-La-centralit%C3%A0-del-trattamento-delle-persone-violente-per-una-efficace-prevenzione.-ultima-parte.html

Il con-tatto ai tempi del coronavirus. (ultima parte) https://www.offender.eu/articoli/Delitti-Familiari-Il-con-tatto-ai-tempi-del-coronavirus.-(ultima-parte).html

Il profilo di comunità e delle persone violente ai tempi del coronavirus. https://www.offender.eu/articoli/Generale-Il-profilo-di-comunit%C3%A0-e-delle-persone-violente-ai-tempi-del-coronavirus..html

Le relazioni violente, in una società draconiana, ai tempi del coronavirus https://www.offender.eu/articoli/Centro-Presunti-Autori-Le-relazioni-violente,-in-una-societ%C3%A0-draconiana,-ai-tempi-del-coronavirus.html

Centro Presunti autori di violenza e stalking: Sportello telefonico: 0644246573 – WhatsApp 3920666515 – Mail: info@offender.eu 

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