I TRAUMI INFANTILI: PARTE PRIMA – TRAUMA DURING CHILDHOOD: FIRST PART

Abstract: numerose ricerche hanno dimostrato che un’elevata percentuale di persone adulte che presenta un disturbo mentale ha sperimentato un evento traumatico nel periodo infantile. In questo articolo andremo a definire il trauma infantile e analizzeremo le caratteristiche principali che lo compongono.

Abstract: several research proved that an high percentage of adults who shows a mental disorder have experienced a traumatic event during childhood. In this article we’ll define childhood trauma and we’ll analyze its main characteristics.

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia è un’organizzazione di volontariato (ODV), fondata a Roma nel 2001, che si occupa della prevenzione e del contrasto a ogni forma di violenza e di approfondire le conoscenze attuali sul trauma a livello psicologico, psicofisiologico e psicobiologico. Molto spesso, quando si procede alla valutazione psichiatrica di un paziente, viene fuori che la patologia di cui egli soffre è stata provocata da terribili eventi esterni verificatisi nel corso della sua infanzia.

Una delle sfide più importanti per la ricerca scientifica attuale è l’individuazione di un vaccino contro la violenza. Il prossimo giugno (dal 7 al 23), l’Associazione A.I.P.C. darà il via ad una Campagna di prevenzione sulla violenza, ribattezzata “Il protocollo scientifico AIPC: Un vaccino contro l’epidemia – VIOLENZA”.

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (A.I.P.C.), una no-profit fondata nel 2001, è formata da un’equipe multidisciplinare di professionisti volontari che si occupa della violenza in genere, in modo circolare e che si avvale di collaborazioni istituzionali.

Per eventi esterni terribili intendiamo ad esempio esser stati vittime di abuso (fisico, sessuale o psicologico), stupro, incesti, maltrattamenti, trascuratezza di uno o entrambi i genitori, aver assistito a episodi di violenza domestica e lutti di persone care. Ultimo, ma non per importanza, l’aver vissuto in prima persona un evento catastrofico naturale, come un terremoto, un maremoto, un incidente ecc. In uno studio di Herman e colleghi (1987) è stato rilevato che coloro che in età adulta ricorrono più volte a gesti autolesivi o a tentativi di suicidio raccontano esperienze atroci vissute durante l’infanzia.

Il primo colloquio (in presenza o a distanza) individuale, di coppia o di gruppo/familiare è gratuito, eventuali training (in presenza o a distanza) individuali, di coppia o di gruppo/familiare prevedono un contributo spese così come la valutazione dell’indice di disfunzionalità relazionale/valutazione del rischio.

I canali per accedere ai servizi e alla loro prenotazione obbligatoria sono:

Numero fisso 0644246573 attivo dal lunedì al mercoledì dalle ore 09:00 alle ore 19:00;

Numero di cellulare 3924401930 attivo dal lunedì alla domenica dalle ore 12:00 alle ore 16:00;

Messaggi WhatsApp 3920666515 attivo dal lunedì alla domenica dalle ore 12:00 alle ore 16:00;

Le chat attive sui siti www.traumaeviolenza.it e www.formazionecontinuaviolenza.it dal lunedì alla domenica dalle ore 12:00 alle ore 16:00;

L’indirizzo mail info@traumaeviolenza.it.

Il trauma infantile viene definito come la conseguenza, a livello psichico, di uno o più eventi traumatici esterni che comportano, nel bambino, la rottura delle sue strategie di coping e dei meccanismi di difesa, i quali non sono ancora pienamente sviluppati e quindi più suscettibili a influenze da parte dell’ambiente esterno (Williams, 2009). Ma quali sono gli aspetti che più di tutti caratterizzano questi traumi infantili? Possiamo individuare meccanismi come il panico e la paura, l’irritabilità, l’ipervigilanza, l’iperattività, l’evitamento di molte situazioni e di svariati contesti, la regressione dal punto di vista evolutivo, l’insonnia e la soppressione del pensiero.

É possibile contribuire donando il 5×1000 C.F. 97238660589, fare delle donazioni liberali sia come singolo che, come azienda, le donazioni sono detraibili dalle tasse.

Le vostre donazioni contribuiranno ad ampliare la profilassi, la valutazione del rischio, la riduzione della recidiva, l’interruzione della trasmissione intergenerazionale, infine, a prevenire in modo integrato e circolare la violenza!

Ai donatori saranno riservati dei servizi unici: molti dei quali gratuiti e altri con scontistiche dedicate.

AIUTACI AD AIUTARTI! Clicca sul link e GRAZIE!

https://www.wishraiser.com/en/memberships/associazione-italiana-di-psicologia-e-criminologia

Molti di questi aspetti rappresentano dei veri e propri sintomi, che fanno parte del Disturbo da Stress Post-Traumatico, inserito all’interno del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), più precisamente nella Sezione II riguardante i disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti (American Psychiatric Association, 2013). Andiamo ora ad analizzare quelle che vengono definite come le quattro caratteristiche comuni alla maggior parte dei casi di trauma infantile:

  • Ricordi intrusivi vissuti ripetutamente e con intensità, sia in maniera visiva che attraverso altre modalità sensoriali: essi rappresentano la tendenza da parte del bambino a rivivere le immagini o le sensazioni connesse a un evento traumatico. Tali immagini spesso sono molto forti e vivide, e tendono a essere rivissute in momenti di relativa tranquillità del bambino, come ad esempio a scuola, durante una lezione, mentre si è a letto o mentre si guarda un film in televisione.
  • Comportamenti ripetitivi, messi in atto anche sotto forma di giochi, che ripropongono aspetti dell’evento traumatico, e che possono manifestarsi sia come singoli comportamenti che come insieme di comportamenti. Azioni tipiche possono essere, ad esempio, recitare quanto hanno visto e vissuto al momento del trauma o sperimentare sensazioni fisiche connesse all’evento.
  • Paura e panico in relazione a eventi specificatamente correlati al trauma o ai traumi vissuti dal bambino: per esempio, molti bambini traumatizzati hanno la tendenza ad aver paura di alcuni aspetti della quotidianità, come il buio, un animale in particolare, gli estranei, le macchine o la solitudine.
  • Cambiamento repentino del modo di comportarsi, di porsi e di relazionarsi del bambino nei confronti delle altre persone e della vita in generale, il quale si evidenzia anche attraverso una modifica dei consueti atteggiamenti che il bambino può avere in base alla fase evolutiva e ai tratti di personalità (in sviluppo).

Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C. https://open.spotify.com/show/3CWpZW8pFqFexLfg1CiOWQ?si=oNN7YmmLQMq0crAEVeYH-w

Una menzione separata è dedicata ai sogni ripetitivi connessi all’evento traumatico: i sogni intrusivi legati al trauma sono un tratto distintivo di molti disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti, tuttavia non sono sempre evidenti anche nei bambini, specialmente in quelli di età inferiore ai 5 anni. Questo perché il sogno vero e proprio, per come lo conosciamo, compare attorno ai 3 o 4 anni, e prima di questa età si può osservare il bambino sognare tramite movimenti della bocca, gesti o bisbigli durante il sonno. Inoltre, a quest’età i sogni possiedono delle caratteristiche che li rendono latenti e di difficile interpretazione.

Bibliografia:

American Psychiatric Association, (2013). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – Quinta Edizione. Raffaello Cortina Editore, Milano.

Herman, J., & Van Der Kolk, B. (1987). Traumatic antecedents of borderline personality. In Psychological Trauma. American Psychiatric Press, Washington, DC.

Williams, R. (2009). Trauma e Relazioni: le prospettive scientifiche e cliniche contemporanee. Raffaello Cortina Editore, Milano.

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