L’Intimate Partner Homicide (IPH)

Abstract

Nelle sue forme più gravi, la violenza può sfociare in un vero e proprio omicidio. Nell’articolo che segue vediamo nello specifico l’omicidio attribuibile al partner della vittima e i relativi fattori di rischio.

Abstract

In its most serious forms, the violence can lead to a real murder. In the following article we see specifically the murder attributable to the victim’s partner and the related risk factors.

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia è un’organizzazione di volontariato (ODV), fondata a Roma nel 2001, che si occupa della prevenzione e del contrasto a ogni forma di violenza, senza distinzione di genere e ruolo e del trattamento, anche in ottica preventiva, del comportamento violento.

Con il termine Intimate Partner Homicide (IPH) si intende una categoria di omicidi attribuibili al partner della vittima, a prescindere dalle situazioni nelle quali si sono verificati e dai motivi sottostanti. Risultano, tuttavia, delle differenze tra l’omicidio da parte della donna e dell’uomo soprattutto nella motivazione che spinge a compiere tale atto: la donna, infatti, per la maggior parte delle volte sembrerebbe agire per una forma di auto-difesa (Campbell, Glass, Sharps, Laughon & Bloom, 2007), mentre l’uomo agisce per motivi legati a una gelosia o a un senso di possesso che emerge quando ha il sospetto che la relazione sia in pericolo o quando avviene concretamente una separazione coniugale. Nonostante quanto detto, alcuni studi evidenziano come le donne abbiano una probabilità dalle due alle cinque volte maggiore di essere uccise dal proprio compagno rispetto a quella che hanno gli uomini di essere uccisi dalle proprie partner (Goussinky e Yassour-Borochowitz, 2012)

Prossima diretta

22 giugno alle ore 18:00

La causa e l’effetto della violenza: Le Esperienze Avverse Infantili

È possibile seguire la diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia e sul Profilo Facebook di Massimo Lattanzi.

Una delle conclusioni maggiormente rilevanti dell’ultimo studio citato sopra è quella di aver individuato una differenziazione tra la violenza non letale e l’omicidio: la prima prevede un comportamento di controllo con il fine di assicurarsi l’obbedienza della donna, mentre il secondo implica “l’obliterazione” ossia la distruzione della donna.

Webinar: il controllo genitoriale e il controllo relazionale.

Il webinar gratuito del 14 luglio e si terrà sulla piattaforma gratuita Go To Meeting dalle ore dalle ore 19:00 alle ore 20:00 sulla piattaforma gratuita Go To Meeting. Sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. Clicca sul link ed iscriviti  https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2021/06/18/14-luglio-webinar-violenza-il-controllo-genitoriale-e-il-controllo-relazionale-2/

In uno studio condotto da Caman, Howner, Kristiansson e Sturup (2017) si sono messe in luce determinate caratteristiche tipiche di coloro che uccidono il proprio partner: tali persone risulterebbero maggiormente anziane, disoccupate, con poche probabilità di essere state condannate in passato e senza una storia criminale alle spalle, ma con una marcata propensione al suicidio. Grazie agli studi finora condotti è stato possibile identificare una prima serie di fattori di rischio che possono predire il verificarsi di episodi di violenza all’interno delle coppie, come le caratteristiche della relazione tra i coniugi, la percezione da parte dell’aggressore di avere di avere controllo sulla vittima e la storia pregressa della vittima o dell’abusante. In aggiunta a questi, due fattori già di per sé determinanti nel predire il verificarsi di un evento così drammatico sono il possesso di un’arma da fuoco e la malattia mentale dell’autore.

Nonostante quanto detto finora, il quadro attuale non risulta ancora chiaro e per questo sono necessari ulteriori studi e ricerche che siano in grado di identificare con chiarezza i fattori di rischio per l’IPH. 

Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C. https://open.spotify.com/show/3CWpZW8pFqFexLfg1CiOWQ?si=oNN7YmmLQMq0crAEVeYH-w

Qui è possibile sfogliare l’e-book sintesi webinar: La frustrazione e l’aggressività negli autori di violenza.

https://flipbookpdf.net/web/site/4971b79086df557332a7d8b3a220c8dfcad705fc202106.pdf.html

Se credi di aver vissuto o vivere come un “Non amato” puoi richiedere una consulenza o un orientamento gratuito:

Inviando una mail all’indirizzo e-mail info@traumaeviolenza.it;

Contattando il numero 3924401930 dalle 12:00 alle 16:00;

Inviando un messaggio WhatsApp al numero 3920666515;

Scrivendo sulle chat attive nei siti www.traumaeviolenza.it e www.formazionecontinuaviolenza.it.

Bibliografia

Caman, S., Howner, K., Kristiansson, M., & Sturup, J. (2017). Differentiating intimate partner homicide from other homicide: A Swedish population-based study of perpetrator, victim, and incident characteristics. Psychology of violence, 7(2), 306.

Campbell, J. C., Glass, N., Sharps, P. W., Laughon, K., & Bloom, T. (2007). Intimate partner homicide: review and implications of research and policy. Trauma, Violence, & Abuse, 8(3), 246-269.

Goussinsky, R., & Yassour-Borochowitz, D. (2012). “I killed her, but I never laid a finger on her”—A phenomenological difference between wife-killing and wife-battering. Aggression and Violent Behavior, 17(6), 553-564.

AIPC Editore © 2021 – Riproduzione Riservata

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