Progetto La violenza di genere che non degenera
Il Laboratorio “Il profilo dell’autore di violenza: aspetti criminologici, clinici e forensi” che si è tenuto presso il Dipartimento Politiche sociali, Sussidiarietà e Salute, Comune di Roma, Sala Rosi – Viale Manzoni 16 ha riscosso un notevole successo.
I relatori del Laboratorio hanno approfondito il tema del profilo dell’autore di violenza. Dopo una breve presentazione dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia i relatori Massimo Lattanzi e Tiziana Calzone hanno stimolato un confronto con i partecipanti. Molto toccanti sono state le testimonianze di alcune persone che hanno raccontato le loro esperienze come vittime di violenza e stalking.
Nodo cruciale delle narrazioni, anche approfondito da un punto di vista legale con uno degli avvocati dell’Associazione Francesca Carpentieri, è stato il dibattito sull’efficacia della denuncia per stalking. Alcune persone pensano che si sentirebbero tutelate dopo aver sporto denuncia, altre invece non vedono il risvolto concreto di questo strumento giudiziario. Cosa succede dopo aver sporto denuncia?
La vittima non viene concretamente difesa, non viene scortata dalle forze dell’ordine in ogni suo passo. Quindi qual è la tutela percepita? In alcuni casi nulla e le vittime si lamentano proprio di questo. La denuncia può avere l’effetto contrario e generare nel presunto autore o autore sentimenti di collera, specie in presenza di figli. Il processo può addirittura far precipitare le cose in quanto l’offender può aver paura di perdere i figli e per questo reagisce con una violenza ancora maggiore, spesso letale. Una testimonianza su tutte è risultata rappresentativa di questo dibattito.
Dopo numerose denunce in diversi anni la persona non ha risolto il problema di maltrattamenti familiari perché vittima anche dei tempi giudiziari. Nel frattempo, poiché la legge prevedeva ancora il reato per l’abbandono del tetto coniugale, la persona non ha potuto far altro che aspettare che la giustizia facesse il suo corso. Tempo prezioso per la sua incolumità. Dopo le testimonianze il seminario è proseguito con l’analisi del profilo dell’offender.
Quando non affetto da evidenti disturbi psichiatrici molto spesso ricalca il profilo di una personalità narcisistica, dai sentimenti anestetizzati, incapace di provare empatia e pronto a manipolare e sfruttare l’altro. Quando sembra ci sia empatia è strumentale al ricevimento di attenzioni e informazioni sulla vittima. Il narcisista si presenta come un individuo disonesto, vendicativo e infedele. Tuttavia egli appare agli occhi degli altri come una persona rispettabilissima, a volte anche molto religiosa, volenterosa e impeccabile sul lavoro, talora fin troppo perfetta (Calzone, Lattanzi). Spesso fa grandi promesse e appare disponibile, generoso e ottimo ascoltatore per poi trasformarsi in vero e proprio sogno tormentoso.
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