In nome del padre

Progetto La violenza di genere che non degenera

 IN NOME DEL PADRE

“Sono stata anch’io bambina, di mio padre innamorata (…) ho provato a conquistarlo e non ci sono mai riuscita, ho lottato per cambiarlo, ci vorrebbe un’altra vita (…). E ti perdi dentro a un cinema a sognare di andar via, con il primo che ti capita e che ti dice una bugia…”

(Mia Martini, Gli uomini non cambiano).

Troppo spesso subordinata o messa in secondo piano rispetto alla figura materna, quella paterna costituisce invece una parte fondamentale e di primaria importanza per l’evoluzione e lo sviluppo armonico del bambino fin dalla nascita, al pari di quella materna. L’aver avuto una figura paterna positiva, l’essersi sentiti  accettati e amati incondizionatamente, facilita la strutturazione di un senso di Sé coeso, sicuro e forte e determina, da adulti, relazioni sociali  positive, influenzando la scelta del partner.

Numerosi studi infatti, hanno evidenziato l’importanza della figura paterna già dalla prima infanzia (Di Folco, Zavattini, 2014). Gli studi concordano nel sostenere che oltre ad uno specifico codice materno attraverso il quale la mamma si relaziona al bambino, ne esiste anche uno specifico paterno (Lamb, 1981), rivolto al soddisfacimento del bisogno di esplorazione, e che favorisce la regolazione emotiva (Bove,2007). Gli scambi relazionali che il bambino mette in atto con il padre, non sono semplicemente delle variazioni rispetto a quelli materni, ma sono in realtà qualitativamente differenti.  Infatti i padri sembrerebbero rapportarsi con il figlio adottando una modalità più enfatica rispetto a quella materna (Lewis, 2014) come ad esempio, giocare alla lotta, fare capriole e giravolte; hanno un modo diverso anche nel tenere i bambini, nel prenderli per mano, nel vestirli, ecc.. (Bove,2007).

 Se la figura materna assolve alla funzione di base sicura durante la formazione del legame di attaccamento, consolando il bambino quando piange, dondolandolo e cullandolo, modulando il proprio tono di voce, comportamenti affiliativi, quali smorfie, sorrisi e/o giochi di tipo fisico contraddistinguono la diversità del legame con il padre il quale assolve la funzione protettiva e di conforto (Di Folco, Zavattini, 2014).

Ne consegue quindi che l’assenza della figura paterna, da intendersi non soltanto come assenza fisica, ma anche (e soprattutto) quella data  da  un padre distanziante, emotivamente e affettivamente non presente e/o giudicante, può produrre problematiche importanti che influiscono su vari aspetti della persona. Infatti il bambino, non avendo strutturato un legame soddisfacente con la figura paterna, tenderà da adulto, a strutturare legami compensatori che andranno a colmare il vuoto originario lasciato, comportando lo strutturarsi di legami disfunzionali e non soddisfacenti.

BIBLIOGRAFIA

 Di Folco S., Zavattini G.C. (2014). La relazione d’attaccamento padre-bambino: una rassegna della

letteratura. Giornale Italiano di Psicologia. XLI (1). 159-188.

Lamb, M.E. (1981). The development of infant-father relationships. In M.E. Lamb (Ed.). The role of the father in child development (pp. 458–488). New York, Wiley.

Bove C. (2007). Modelli Educativi paterni e servizi per l’infanzia. Una lettura pedagogica. In L. Pisciottano

Manara (a cura), La paura di essere padre, Roma, Edizioni MAGI.

Lewis C. (2014), Parental Engagement in Early Childhood Education and Care (ECEC): Fathers, lowincome

families and the move to a systemic analysis. Transatlantic Forum on Inclusive Early Years.

Dott.ssa Pamela Cirilli, psicologa psicoterapeuta, collabora con l’A.I.P.C.

Chiunque stesse vivendo o avesse vissuto una o più relazioni disfunzionali e/o violente e volesse consapevolizzare di essere (o non) portatore di traumi/ferite relazionali non elaborate probabilmente trasmesse da una o più generazioni precedenti e volesse interrompere tale trasmissione transgenerazionale auspicando per se e per le prossime generazioni di vivere relazioni “libere” può contattare telefonicamente il numero 0644246573 dal lunedì al venerdì ore 09:00/19:00, il numero 3924401930  festivi e fine settimana ore 12:00/16:00 oppure inviare una mail a info@offender.eu –  o clicca sul link training relazioni disfunzionali.

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Riproduzione riservata AIPC Editore 2019

Al momento è in atto il progetto “La violenza di genere che non degenera” vincitore del bando finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari Opportunità. I finanziamenti permettono di offrire il protocollo A.I.P.C.© a tutte le persone colpite dalla violenza, in particolare i presunti autori di violenza e stalking. 

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