Sintesi secondo incontro sulla violenza con la Questura di Roma

Progetto La violenza di genere che non degenera

SINTESI SEMINARIO DEL 12 DICEMBRE CON LA QUESTURA DI ROMA, SECONDO INCONTRO

Il secondo incontro di aggiornamento sulla prevenzione e il contrasto alla violenza, riservato ad alcuni operatori della Questura di Roma, si è svolto durante la mattinata del 12 dicembre presso la sala conferenze dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (A.I.P.C.).

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, con i dipartimenti denominati Osservatorio Nazionale sullo Stalking (fondato nel 2002) e Centro Presunti Autori di violenza e stalking (fondato nel 2007), pionieristicamente applica strumenti di misurazione scientifici, validati e standardizzati in Italia, e tecniche integrate al fine di ottenere una maggiore efficacia del trattamento applicato alle persone che hanno agito o subito condotte violente.

Il dottor Massimo Lattanzi – psicologo, psicoterapeuta e dottore in Scienze forensi – apre il seminario facendo un giro di presentazioni reciproche per agevolare la conoscenza anche dei nuovi partecipanti e prosegue con delle precisazioni sulle modalità di invio all’Associazione delle persone che agiscono o subiscono violenza e sul protocollo integrato scientifico A.I.P.C. denominato OFFENDER ©2007, applicato dal 2007 sia alle presunte vittime sia ai presunti autori di violenza e stalking.

Il protocollo scientifico integrato OFFENDER ©2007, applicato dal team multidisciplinare dell’A.I.P.C., prevede colloqui clinici, uno strumento di valutazione psicofisiologica “biofeedback” e una batteria di test psicodiagnostici specifica per la valutazione della personalità e delle relazioni con le figure genitoriali.

A seguire il dottor Massimo Lattanzi descrive velocemente gli step previsti dal protocollo OFFENDER ©2007: il primo step è la raccolta dell’anamnesi; il successivo è quello di una misurazione psicodiagnostica e psicofisiologica, in quest’ultima in particolare si esplora la possibile lateralizzazione della corteccia frontale e prefrontale.

Dal mese di dicembre 2019, il team multidisciplinare dell’A.I.P.C. applica anche un nuovo strumento scientifico, il Biofeedback a cinque canali, che permette di valutare oltre all’EEG della persona anche la pressione sanguigna attraverso il fotopletismo, il battito cardiaco, la respirazione, la temperatura corporea e la tensione muscolare. In base al livello di superamento del cut-off, ovvero della soglia base, si può valutare il livello di iper- o ipo- attivazione della persona quindi di disregolazione se sottoposta ad alcuni stressors.

Qualora si misurassero livelli elevati, la persona può essere sottoposta a dei training standardizzati e applicati sempre dallo strumento scientifico del Biofeedback. I training sono finalizzati all’autoregolazione dalla persona che risulta particolarmente attivata.

Dai primi dati raccolti sta emergendo che le persone con disfunzionalità relazionali presentano cut-off significativi nella tensione muscolare. Questi primi dati scientifici confermerebbero la letteratura specifica che descrive le persone che hanno subito dei traumi relazionali come costantemente in uno stato di allerta: neuropercependo lo stimolo come molto minaccioso, si predisporrebbero all’attacco oppure alla fuga attivando la via bottom-up, interessando essenzialmente il tronco encefalico e dell’amigdala.

I cut-off significativi nella tensione muscolare sembrerebbero anche dimostrare come i ricordi dei traumi subiti nei primi periodi di vita, o comunque non elaborati in età adulta, vengano raccolti nella memoria implicita e si manifestino nel corpo.

Uno degli obiettivi del team multidisciplinare dell’A.I.P.C. è favorire una visione della violenza come una dinamica relazionale disfunzionale, abbandonando il focus su un solo attore. Dal confronto con gli operatori della Polizia di Stato presenti emerge il fatto che anche loro essenzialmente ascoltano solo una parte, che quasi sempre è quella lesa.

La dottoressa Tiziana Calzone sottolinea, a tal proposito, che i corsi di aggiornamento professionale come questo integrano e perfezionano le capacità e le competenze degli operatori, permettendo ad esempio di considerare ulteriori informazioni nel raccogliere una denuncia.

Si ricordano agli operatori alcuni dati, in particolare che in oltre il 30% dei casi il periodo in cui l’incolumità della vittima sarebbe particolarmente a rischio è quello successivo alla denuncia.

Si rimarca quindi l’importanza di lavorare anche sull’autore. Gli operatori inoltre palesano i vari ostacoli che professionalmente incontrano nella gestione di alcuni casi, come per esempio quando si trovano di fronte a casi estremi con persone fuori controllo che presentano anche gli estremi per attivare un TSO, ma sono impossibilitati a richiederlo qualora non vi sia la flagranza dell’escandescenza di tale soggetto a rischio.

Il dottor Lattanzi indica che tra i fattori di rischio quello particolarmente elevato tra le persone che agiscono violenza è il tradimento della fiducia che riponevano nella persona che diventerà la persona offesa. Intraprendere un percorso, per le persone che agiscono o hanno agito violenza, può portare loro alla consapevolezza e all’assunzione delle proprie responsabilità. Di solito queste persone sembrano ancorate nella fase di sviluppo primaria propria del bambino, caratterizzata da pretese e soddisfacimento dei propri bisogni ad ogni costo. Anche la loro visione dell’amore è immatura e caratterizzata da dipendenza affettiva. I responsabili dell’Associazione, il dottor Lattanzi e la dottoressa Calzone, rimarcano l’importanza del concetto di IO, TU e NOI all’interno della coppia e di un’integrazione ed equilibrio tra queste tre componenti.

Dopo una breve pausa, il corso riprende in maniera esperienziale invitando tutti i partecipanti a esprimersi attraverso il racconto dei propri vissuti riguardo ai casi che li hanno particolarmente colpiti. Un operatore ha riportato un caso da cui si è partiti per approfondire meglio l’aspetto umano della vicenda. Dal successivo confronto tra gli operatori, sono emerse alcune sensazioni da loro esperite, tra le quali l’inadeguatezza, l’impotenza e la difficoltà nella gestione di casi delicati che si trovano a dover affrontare e gestire.

Nei feedback finali, è emersa in alcuni partecipanti la sorpresa di aver assistito a un seminario poco teorico; anche altri hanno palesato un grande entusiasmo per aver vissuto l’incontro in maniera esperienziale, sottolineando che utilizzare questo spazio per confrontarsi tra colleghi e per condividere le proprie emozioni – riconoscendosi come persone, ancor prima che come professionisti – sia estremamente utile.

Sintesi primo incontro con la Questura di Roma https://www.offender.eu/news/Corso-prevenzione-violenza-Sintesi-primo-seminario-Questura-di-Roma.html

Non vi lasciamo soli con la violenza neanche a Natale e Capodanno https://www.offender.eu/news/Sportello-antiviolenza-e-stalking-Non-vi-lasciamo-soli-con-la-violenza-neanche-a-Natale-e-Capodanno.html

Centro profilassi relazioni disfunzionali e violente https://www.offender.eu/articoli/Delitti-Familiari-Centro-profilassi-relazioni-disfunzionali-e-violente.html

Primo Podcast dell’A.I.P.C.  https://www.offender.eu/news/Convegno-Ordine-Psicologi-del-Lazio-e-A.I.P.C.-Podcast-Workshop-Autori-di-Violenza.html

Al momento è in atto il progetto “La violenza di genere che non degenera” vincitore del bando finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari Opportunità. I finanziamenti permettono di offrire il protocollo A.I.P.C.© a tutte le persone colpite dalla violenza, in particolare i presunti autori di violenza e stalking. 

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