Quando la presenza è nell’assenza

Progetto La violenza di genere che non degenera

Quando la presenza è nell’assenza

“Che passeggiata di notte, con la tua Assenza al mio fianco, mi sta accanto il sentire che non vieni con me “. (Pedro Salinas)

Fin troppo spesso la parola “Assenza” viene intesa nella sua accezione negativa come una mancanza, un vuoto, un buco che a volte sembra essere difficile da colmare fino a quando la persona o l’oggetto della nostra mancanza non è presente di nuovo accanto a noi. Si percepisce uno stato di insofferenza, di tristezza, di malinconia e di vuoto reagendo in questo modo alla mancanza di quella persona che tanto ci fa star bene.

In realtà se pensiamo all’ assenza intesa come al non essere presente fisicamente di qualcuno o qualcosa ma che continua ad esistere in maniera simbolizzata nella nostra mente può accadere di non provare più quel drammatico senso di vuoto, di mancanza, quel bisogno incontenibile di costante presenza fisica o di contatto con l’altro che molto spesso assume forme di forte dipendenza e può succedere allora che quell’assenza non è un nemico da temere ma un’eterna presenza dell’altro dentro di noi; interiorizzando l’altro  si percepisce una costante sua presenza che ci fa rivivere sensazioni, emozioni e stati d’animo  molto forti al solo pensiero, è un’assenza così forte da far compagnia, una pervasività dell’altro dentro di noi da attenuare quell’impellente bisogno fisico che non può temporaneamente essere soddisfatto. L’altro c’è comunque, interagisce con i nostri pensieri, il richiamarlo alla coscienza è comunque uno stare con l’altro.

Il saper restare nell’assenza dell’altro determina un sano equilibrio nella relazione, non contaminandola da bisogni di dipendenza e da ansie da separazione che rischiano di appesantire il rapporto pretendendo che questi bisogni siano appagati da chi non ha il compito di esaudire tali richieste. Il piacere che si prova nello stare con l’altro è anche il piacere del pensiero della persona che tanto si desidera e quindi il piacere della sua assenza.

Il desiderio aumenta e si alimenta dalla mancanza intesa in questi termini e quindi stare da soli con il pensiero dell’altro contribuisce ad accrescere la volontà e la voglia di vivere e costruire insieme una solida relazione poiché ri.esco a star bene e ad essere soddisfatto anche se l’altro non è costantemente presente.

Dott.ssa Pamela Cirilli psicologa, danza- movimento-terapeuta, collabora con l’A.I.P.C..

Chiunque stesse vivendo o avesse vissuto una o più relazioni disfunzionali e/o violente e volesse consapevolizzare di essere (o non) portatore di traumi/ferite relazionali non elaborate probabilmente trasmesse da una o più generazioni precedenti e volesse interrompere tale trasmissione transgenerazionale auspicando per se e per le prossime generazioni di vivere relazioni “libere” può contattare telefonicamente il numero 0644246573 dal lunedì al venerdì ore 09:00/19:00, il numero 3924401930  festivi, fine settimana ed il mese di agosto ore 12:00/16:00 oppure inviare una mail a info@offender.eu.

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Riproduzione riservata AIPC Editore 2019

Al momento è in atto il progetto “La violenza di genere che non degenera” vincitore del bando finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari Opportunità. I finanziamenti permettono di offrire il protocollo A.I.P.C.© a tutte le persone colpite dalla violenza, in particolare i presunti autori di violenza e stalking. 

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